roberto saviano - zero zero zero - l'aquilone

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roberto saviano - zero zero zero

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Roberto Saviano è nato a Napoli nel 1979. Si è laureato in Filosofia all’Università degli Studi di Napoli Federico II.
Nel marzo 2006 pubblica il suo primo romanzo “Gomorra”, edito da Mondadori. Tradotto in oltre 50 paesi diventa un bestseller con 10 milioni di copie vendute nel mondo.
“Gomorra, viaggio nell’impero economico e nel segno di dominio della camorra” è un romanzo, scritto sulla base di esperienze vissute, fortemente accusatorio nei confronti delle attività del “Sistema”: un’organizzazione affaristica con ramificazioni su tutto il pianeta, la cui forza negli anni, è stata sempre quella di godere del silenzio, di essere secante alla grande attenzione mediatica, ma di rimanerne ai margini.
Dal libro sono stati tratti uno spettacolo teatrale premiato agli Olimpici del Teatro 2008, l’omonimo film, Gran Premio della Giuria al Festival di Cannes 2008 e (in lavorazione) la serie tv prodotta da Fandango e Cattleya che andrà in onda su Sky nel 2014. Roberto Saviano ha pubblicato anche La bellezza e l’inferno (Mondadori 2009), La parola contro la camorra (Einaudi 2010), Vieni via con me (Feltrinelli 2011) e ZeroZeroZero (Feltrinelli 2013). In Italia collabora con “la Repubblica” e “L’Espresso”, negli Stati Uniti con il “Washington Post” e il “New York Times”, in Spagna con “El País”, in Germania con “Die Zeit”, in Svezia con “Expressen” e “Dagens Nyheter”, in Inghilterra con “The Times”.
Nel 2010 è stato protagonista (insieme a Fabio Fazio) di “Vieni via con me”, trasmissione televisiva andata in onda su Raitre, evento televisivo dell’anno e trasmissione più vista nella storia di Raitre. Nel 2012 su La7 di “Quello che non ho” e, sempre nel 2012, di “Che tempo che fa del lunedì” su Raitre.
Dall’ottobre 2006 vive sotto scorta in seguito alle minacce ricevute dai clan che ha denunciato. Nel 2008 ha ricevuto la solidarietà di diversi premi Nobel e a novembre dello stesso anno è stato invitato in Svezia a tenere un discorso sulla libertà di espressione all’Accademia dei Nobel.

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Descrizione


"Scrivere di cocaina è come farne uso. Vuoi sempre più notizie, più informazioni, e quelle che trovi sono succulente, non ne puoi più fare a meno. Sei addicted. Anche quando sono riconducibili a uno schema generale che hai già capito, queste storie affascinano per i loro particolari. E ti si ficcano in testa, finché un'altra - incredibile, ma vera - prende il posto della precedente. Davanti vedi l'asticella dell'assuefazione che non fa che alzarsi e preghi di non andare mai in crisi di astinenza. Per questo continuo a raccoglierne fino alla nausea, più di quanto sarebbe necessario, senza riuscire a fermarmi. Sono fiammate che divampano accecanti. Assordanti pugni nello stomaco. Ma perché questo rumore lo sento solo io? Più scendo nei gironi imbiancati dalla coca, e più mi accorgo che la gente non sa. C'è un fiume che scorre sotto le grandi città, un fiume che nasce in Sudamerica, passa dall'Africa e si dirama ovunque. Uomini e donne passeggiano per via del Corso e per i boulevard parigini, si ritrovano a Times Square e camminano a testa bassa lungo i viali londinesi. Non sentono niente? Come fanno a sopportare tutto questo rumore?" (Roberto Saviano)

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la recensione di IBS

ZeroZeroZero. Roberto Saviano compone un prefisso, e da sette anni noi aspettiamo di sentire chi risponderà a quella chiamata. La chiamata viaggia su una linea rossa. Priorità assoluta. Anzi, è una linea bianca che mette in comunicazione, come su una carta geografica appesa alla parete di un commissariato, ogni città del mondo in cui uomini e donne, giovani e anziani cercano di dimenticare, e nella quale qualcuno è pronto a dar loro una mano a farlo.
Sì, la gente vuol dimenticare la fatica di vivere, le delusioni, le amarezze e le frustrazioni; e per regalare questa illusione a chiunque abbia di che pagarsela è nata un’alleanza modernissima e di smisurata efficienza. La chimica si è alleata con la logistica; l’economia si è alleata con la politica; la criminalità – la criminalità più spietata e implacabile che il mondo abbia mai conosciuto - ha stretto una blasfema, inedita alleanza con quella che è una vera e propria filosofia, il racconto della quale apre la danza macabra in cui Saviano ci condurrà lungo le quasi cinquecento pagine di ZeroZeroZero.
È la storia della cocaina, nel momento storico della sua massima affermazione, ed è una storia che ci riguarda tutti. Nessuno escluso.
Con la sua abilità mimetica, e un uso spregiudicato della vecchia, buona tecnica del discorso libero indiretto, Saviano riesce a far sentire al lettore caratteri e idiosincrasie, paure e desideri; e attraverso questa corsa a rotta di collo nelle storie dei protagonisti di trent’anni di cocaina, ecco disegnarsi un affresco ampio e ramificato, che per ritmo e tenuta ricorda l’opus magnum narcos di Don Winslow, Il potere del cane.
Quando - ad esempio - Saviano racconta di un anziano boss calabrese che in una stanza d’albergo a New York sciorina le regole del gioco a un attonito – ma ricettivo – galoppino messicano, segnando così un punto di non ritorno che vede le maestranze del cartello della baja venire indottrinate con i precetti di una cultura mafiosa rodata da secoli nella frescura del cortile di casa nostra, noi siamo con lui in quella stanza, e capiamo fino in fondo la pasta di cui questi uomini (e queste donne) sono fatti.
Gran parte dell’indagine condotta da Saviano, naturalmente, si svolge sui terreni immensi e fertilissimi del Sinaloa, lungo le coste del Pacifico e nei villaggi dell’entroterra guatemalteco di cui milizie paramilitari fanno terra bruciata con la complicità di governi corrottissimi; fra le città americane che sono il terminale visibile di una filiera lunga migliaia di chilometri, e nei vasci di Secondigliano.
Dalle vele di Scampia, insomma, l’occhio del reporter (ma Saviano è forse più un reporter che lavora con l’orecchio) si sposta per posarsi sui fatti travagliatissimi di un intero contintente. L’America Latina, che da sempre è considerata una dependance dell’America “maggiore”, come il tappeto sotto il quale nascondere la polvere della cattiva coscienza degli States, cavandone in cambio un’altra polvere: finissima, però, e stupefacente.
Ma il réportage non sarebbe completo se di quella pianta maestra non si seguissero anche i rami, che sono innumerevoli e finiscono per arrivare dappertutto, coinvolgendo ogni fascia sociale, a qualunque età, in ogni città di ogni Paese. Proprio com’è evocato nella iniziale, tiratissima cavalcata che ci introduce al tema: una scansione agli infrarossi che non concede respiro né indulgenza, di tutti coloro che la coca la usano ogni giorno e che – per parafrasare il titolo di un vecchio film di zombies – sono fra noi. Anzi: siamo noi.
Saviano, in questa sua sofferta seconda prova (se non contiamo gli episodi minori e le raccolte di articoli) consolida la sua prosa, che è molto retorica ed altrettanto potente, riuscendo a trattare la materia drammatica e trasversale della sua indagine con tutta la forza necessaria. Un ritorno in grande stile per uno scrittore cresciuto nel ferro e nel fuoco.

A cura di Wuz.it
fonte IBS.it


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