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paolo sorrentino - hanno tutti ragione

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Paolo Sorrentino

nato a Napoli, 31 maggio 1970 regista e sceneggiatore.

L'esordio  
Paolo Sorrentino esordisce con il cortometraggio Un paradiso, co-diretto con Stefano Russo, presentato in concorso al Palermo film festival nel 1995. Lo stesso anno lavora come ispettore di produzione al film Il verificatore di Stefano Incerti: a detta dello stesso Sorrentino, l'esperienza è stata decisamente negativa. Lavora poi come aiuto-regista nel cortometraggio Drogheria di Maurizio Fiume, scrive insieme a Silvestro Sentiero la sceneggiatura per il lungometraggio Napoletani[3], che nonostante il Premio Solinas non sarà realizzato, e collabora con il regista Antonio Capuano alla scrittura di Polvere di Napoli (1998). Contemporaneamente inizia a lavorare anche per la televisione, scrivendo alcuni episodi della serie televisiva La squadra.

Il cortometraggio
L'amore non ha confini (1998), surreale storia d'amore ricca di rimandi cinematografici, segna l'inizio della collaborazione di Sorrentino con la neonata Indigo Film, che produrrà tutti i film del regista. Tra il 1998 e il 1999 scrive con Umberto Contarello la sceneggiatura La voce dell'amore per un film sulla musica neomelodica napoletana da affidare al regista Michele Placido, che non sarà mai realizzato. Il corto successivo, La notte lunga (2001), è co-prodotto dalla Regione Lombardia nell'ambito di una campagna contro l'uso di droga.

I primi lungometraggi  
Debutta nel lungometraggio nel 2001 con L'uomo in più, del quale è anche sceneggiatore, presentato felicemente al Festival di Venezia e vincitore di vari premi, tra cui il Nastro d'Argento per il miglior regista esordiente, il Ciak d'Oro per la miglior sceneggiatura e la Grolla d'Oro al protagonista Toni Servillo, oltre a tre candidature al David di Donatello 2002.

L'importante sodalizio con Servillo prosegue con il successivo Le conseguenze dell'amore (2004), presentato al Festival di Cannes. Il film ottiene un successo ancora maggiore dell'opera precedente, aggiudicandosi 5 David di Donatello 2005 (miglior film, regista, sceneggiatura, attore protagonista e direttore della fotografia), 3 Nastri d'Argento (migliore attore protagonista, attore non protagonista e direttore della fotografia), e rivela il regista al grande pubblico. L'anno successivo, dopo aver supervisionato la regia di Nature: Consuelo, cortometraggio di Carlo Pisani, Sorrentino torna a collaborare con Servillo, girando per Rai Due una versione televisiva della commedia Sabato, domenica e lunedì di Eduardo De Filippo, che viene trasmessa nella notte del 25 dicembre.

Dopo un breve cameo nel Il caimano (2006) di Nanni Moretti, gira L'amico di famiglia (2006), nuovamente scelto per il Festival di Cannes, che riscuote un successo di pubblico e critica inferiore al film precedente.

Il successo internazionale
Nel maggio 2008 il regista partenopeo partecipa alla selezione ufficiale del Festival di Cannes 2008 con il film Il divo, ispirato alla figura di Giulio Andreotti e interpretato da Toni Servillo. Il film si aggiudica il Premio della Giuria e viene accolto con recensioni molto positive dalla critica italiana e internazionale e riscuote un buon successo di pubblico.

Nel 2009 gira il corto La partita lenta per il progetto perFiducia, una serie di cortometraggi sul tema della fiducia che vede anche la partecipazione di Ermanno Olmi e Gabriele Salvatores. Lo stesso anno documenta con il video reportage L'assegnazione delle tende, realizzato per l'edizione online del quotidiano La Repubblica, gli effetti del terremoto dell'Aquila del 2009.

Il 27 settembre 2009 è tra i firmatari dell'appello rivolto alle autorità svizzere per il rilascio del regista Roman Polanski, detenuto in attesa di essere estradato negli Stati Uniti.

L'anno seguente pubblica per Feltrinelli il suo primo romanzo, Hanno tutti ragione, con il quale ha ottenuto una candidatura al Premio Strega e all'Alabarda d'oro.

I progetti futuri
Sorrentino è attualmente impegnato nella preparazione del suo primo film in lingua inglese, This Must Be the Place, che vedrà Sean Penn nel ruolo del protagonista. Il regista aveva inoltre annunciato che aveva intenzione di dirigere un film ispirato al libro Cafonal di Roberto D'Agostino, che si avvicinasse, nelle intenzioni di rappresentare su pellicola la società italiana, alla Dolce vita di Federico Fellini.


Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.


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Hanno tutti ragione
editore Feltrinelli

Un regista che ha saputo interpretare, dandole volti e colori, la periferia decadente dell'Italia anni Ottanta. Paolo Sorrentino ha avuto una carriera fulminante coronata dal recente successo de Il Divo, un film del 2008 ispirato alla vita di Giulio Andreotti, e iniziata con una pellicola che È già diventata un fenomeno di culto: Un uomo in più, del 2001, film dal quale È tratto questo romanzo.
Dal grande schermo allo scaffale delle librerie a volte il passo È breve, a volte invece È necessario che il talento e l'ispirazione lascino la loro impronta. È questo il caso di uno dei personaggi più interessanti mai creati per il cinema italiano: Tony Pagoda, già protagonista del film con il nome di Tony Prisapia e interpretato magistralmente da Tony Servillo. Si tratta di un cantante di night club dell'estrema periferia partenopea, che nella sua lunga carriera ha calcato i più importanti teatri di tutto il mondo, compreso quello di New York al cospetto di Frank Sinatra; che ha accolto nel suo camerino centinaia di casalinghe estasiate e che ha cenato nei peggiori ristoranti della periferia italiana, fagocitando chili di tortelli, cosciotti d'agnello e cocaina.
Tony Pagoda È un cantante di strada. Nato a vico Speranzella, in una Napoli invisa ai suoi stessi abitanti, È cresciuto tra le banchine del porto e le viuzze affollate di Capri. I suoi amici d'infanzia, Peppino di Capri, Dimitri e il suo guru, il cantante Mimmo Repetto, gli hanno ispirato la spossatezza tipica dei nullafacenti, la baronessa Eleonora Fonseca lo ha iniziato alle gioie del sesso e della droga, ma sono stati i proiettili schivati sulla banchina del porto di Napoli a solcargli per sempre la pelle. Soltanto mentre canta le sue canzoni melodiche, esibendo una voce potente e impostata, la sigaretta tra le dita e la sua band, Tony Pagoda si lascia naufragare nelle sue emozioni. Titta Palumbo, Rino Pappalardo, Gino Martire, Lello Cosa e persino l'impresario, Jenny Afrodite, sono succubi, pendono dalle labbra del loro leader. È lui che decide dove andare e quanto chiedere in compenso, È lui a scegliere gli argomenti di cui val la pena discutere e le facezie da liquidare con un solo gesto, perché solo Toni P. sa incantare le folle.
Tutta la decadenza e la miseria del nostro bel paese, dagli anni Settanta ad oggi, trasudano attraverso la pelle butterata e i capelli tinti di questo indimenticabile personaggio. Venti anni nelle piazze di periferia ad elargire il suo ottuso amore per la vita, altri venti anni da solo a riflettere in Brasile, in mezzo alla foresta e agli scarafaggi, per ricordare meglio le donne, gli amici e il successo, fino al colpo di scena finale: una chiosa perfetta e grottesca.
Scritto nella lingua napoletana "ripulita" e trasformata in un italiano stentoreo e barocco, questo È un romanzo rigonfio, ondulato, pieno di bolle d'aria. Sono le divagazioni continue sui ricordi di una vita, ma anche le riflessioni filosofiche tipiche dei manuali d'auto-aiuto da quattro soldi. È l'elogio della società del consumo e dell'abuso, la vita di un personaggio che dietro ogni eccesso, al di là di qualunque giudizio, trabocca di straziante umanità.

recensione da: www.ibs.it

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