o.semellini b.salvarani - dio tu e le rose - l'aquilone

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o.semellini b.salvarani - dio tu e le rose

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Il tema religioso nella musica pop italiana da Nilla Pizzi a Capossela (1950-2012)

“Chi canta prega due volte” predicava Sant’Agostino. A leggere l’ultimo libro dell’ormai rodata coppia (di penna) Brunetto  Salvarani e Odo Semellini sembra proprio che la massima agostiniana sia stata seguita anche da gran parte dei cantanti italiani della seconda metà del Novecento. Al centro di “Dio, tu e le rose” di Salvarani e Semellini - che avevano insieme già dato ottima prova con altri lavori a quattro mani in precedenti saggi dedicati a Leonard Cohen e Francesco Guccini –  figurano infatti cantanti e cantautori che si sono accostati nei loro brani al sacro, da credenti, atei o agnostici.

Numerosi studiosi, pubblicisti, ricercatori e appassionati si sono misurati con la storia della musica contemporanea, da quella più leggera e commerciale alle sonorità più alternative, intrecciandola con la storia italiana (si pensi in particolare agli studi di Stefano Pivato, ma la pubblicistica vanta ormai una vasta produzione). Mai però era stato affrontato un particolare aspetto di questi studi specialistici, come quello religioso.
Impresa che hanno tentato, e realizzato, i due autori del prezioso “Dio, tu e le rose”, redigendo la prima piccola enciclopedia dei cantanti che hanno affrontato la dimensione religiosa nei loro testi. Il volume, edito dalla casa editrice Il Margine, si suddivide in due parti. Nella prima, attraverso un eccellente saggio introduttivo, denso e ricco di informazioni, si intreccia la storia della musica, del costume e della religione, con la storia sociale e politica italiana: una pregevole sintesi, peraltro di piacevole lettura.

Nella seconda parte del volume compare invece una puntuale catalogazione di canzoni e brani della musica italiana (anche quella prodotta nei canali meno commerciali e più alternativi), che costituisce un prezioso dizionario composto da 318 voci delle canzoni a soggetto religioso dalla metà del Novecento ai giorni nostri.

Merito dei due autori è inoltre di essere riusciti in questa impresa pionieristica (e per certi versi titanica), consegnando ai lettori un testo divulgativo che presenta uno stile omogeneo (nonostante sia stato realizzato da due autori e diviso in due parti sostanzialmente diverse) e che condensa in poco più di 350 pagine lo scibile musicale italiano a tema religioso - da Adriano a Zucchero (per dirla in ordine alfabetico), passando per i loro (e non solo loro) prediletti Faber De Andrè e Guccini.

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