mirò 2010 - l'aquilone

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mirò 2010

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Mirò. Il poeta del colore.

Un viaggio straordinario attraverso sognanti liriche a colori, poesie senza parole realizzate con il rosso, il blu, il giallo della tavolozza impiegata da Joan Miró, permetterà al visitatore di conoscere un tratto della produzione del maestro catalano spesso poco esplorato: l’attività di illustratore.

Oltre settanta opere originali del maestro catalano – tra litografie, pochoir e acqueforti – sono esposte per testimoniare il lavoro di illustratore che ha reso Miró protagonista – con Matisse e Picasso – della storia del libro d’artista, tradizione nata in Francia nell’Ottocento. Un’attività che coinvolse il maestro a tal punto che per alcuni periodi smise di dipingere per dedicarsi anima e corpo alla realizzazione di opere grafiche, destinate a volumi e riviste pubblicate in edizioni a tiratura limitata.

L’impegno nella stampa d’arte coinvolse il maestro a tal punto che per alcuni periodi smise di dipingere per dedicarsi anima e corpo alla realizzazione di opere grafiche, destinate a volumi e riviste d’arte pubblicate in edizioni a tiratura limitata.

Si tratta di raccolte poetiche in cui Miró dialoga con i testi di grandi scrittori del suo tempo in un alfabeto non verbale, fatto di segno e colore, reinterpretando secondo la sua personale sensibilità le loro parole. Gli ideogrammi fantastici di Miró fanno da ideale complemento alle parole dei poeti con cui il maestro si confronta in un dialogo intimo. Fondamentale per l’attività grafica di Miró è il rapporto con Aimé Maeght che apre la sua galleria parigina nel 1945 e nel 1964 la Fondazione omonima di Saint-Paul de Vence – e che diventa mercante e principale editore dell’artista.

Dalla loro fertile collaborazione nascono veri capolavori di invenzione di cui si dà testimonianza nel percorso espositivo, come Parler seul, opera insuperata per qualità formale e intensità emotiva, in cui le litografie di Miró fanno da contrappunto al flusso di coscienza del testo di Tristan Tzara, scritto durante la permanenza di quest’ultimo in manicomio. O come le prove di Derrière le Miroir, rivista avanguardistica, vero gioiello nel panorama delle pubblicazioni periodiche del Novecento, luogo di sperimentazione e ricerca estetica anche per artisti del calibro di Braque, Chagall e Matisse.

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