massimo gramellini - la magia di un buon giorno - l'aquilone

Vai ai contenuti

Menu principale:

massimo gramellini - la magia di un buon giorno

biblioteca

Nato a Torino da una famiglia originaria della Romagna, all'età di nove anni perde tragicamente la madre, episodio che lo segnerà profondamente. Frequenta il liceo classico presso l'Istituto San Giuseppe di Torino, e dopo gli studi in giurisprudenza, nell'autunno del 1985 incomincia a collaborare con la redazione torinese del Corriere dello Sport-Stadio. Un anno dopo viene assunto come praticante nella redazione sportiva del quotidiano milanese Il Giorno, dove racconta il primo scudetto del Milan di Silvio Berlusconi e i principali tornei di tennis del mondo.

Nel dicembre 1988 si trasferisce alla redazione romana de La Stampa, con frequenti trasferte a Napoli per seguire le attività sportive e non di Maradona. Continua a scrivere di sport fino ai Mondiali del 1990, durante i quali un suo articolo su Gianluca Vialli provoca il silenzio-stampa della Nazionale. L'anno seguente passa dal calcio alla politica, diventando corrispondente da Montecitorio. Da lì racconta la stagione di Mani pulite e la nascita della cosiddetta Seconda Repubblica. Nell'estate del 1993 è inviato di guerra nella Sarajevo sotto assedio.

Nel 1998 torna a Milano per dirigere Specchio, il settimanale de La Stampa, dove dirige tra l'altro una rubrica di posta sentimentale, Cuori allo Specchio. L'anno successivo è di nuovo a Roma e dal 12 ottobre 1999 incomincia a scrivere sulla prima pagina de La Stampa, in taglio basso, il Buongiorno: un corsivo di ventidue righe a commento di uno dei fatti della giornata. La rubrica, negli anni, si impone come un cult.

Michele Serra, Vittorio Zucconi e Massimo Gramellini al Festival internazionale del giornalismo di Perugia nel 2010
Nell'ottobre 2005 lascia Roma e ritorna a Torino per assumere la vicedirezione de La Stampa. Collabora con la trasmissione televisiva Che tempo che fa di Rai Tre, dove ogni sabato sera commenta con Fabio Fazio sui sette personaggi o fatti più importanti della settimana.

Ha pubblicato alcuni saggi che trattano della società e della politica italiana, un almanacco sui 150 anni della storia d'Italia (con Carlo Fruttero) e due serie di racconti sulla sua squadra del cuore, il Torino. Il 29 aprile 2010 è uscito il suo primo romanzo, L'ultima riga delle favole, una favola esoterica sull’amore che in Italia ha venduto oltre 250 mila copie ed è stata tradotta in vari Paesi. Il primo marzo 2012 è uscito il suo secondo romanzo, Fai bei sogni, che è risultato il libro più venduto del 2012, con oltre un milione di copie.


fonte Wikipedia

__________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

"Fin dall'infanzia, la scrittura è l'unico gesto quotidiano che riesca a trasmettermi serenità. Nella vita privata rimango un timido che sconfina nell'imbranataggine. In televisione mi agito e mangio le parole. Ma ogni sera, appena infilo la cuffia e la musica inizia a scorrermi nelle vene, le dita si muovono sulla tastiera del computer come se seguissero un tragitto inesorabile. Questa è una selezione dei Buongiorno che da quindici anni scrivo in fondo alla prima pagina del giornale con cui felicemente convivo: La Stampa. Sono trecentosessantacinque, come i giorni di un almanacco dove i sorrisi si alternano ai sospiri e gli scatti di indignazione agli sberleffi, lasciando sempre una finestrella aperta per i sogni di passaggio che avessero voglia di entrare. Il Buongiorno funziona soltanto se ha la leggerezza e l'imprevedibilità di un corsivo. Cioè soltanto quando è scritto con amore. Alludo all'amore dell'artigiano che rimane mezz'ora di più al tavolo di lavoro per piallare un aggettivo o sostituire una metafora traballante. Altro che mago. Sono un manovale che ogni giorno si monta la testa e pensa di poter fabbricare un mondo migliore con le sue parole. Un'illusione, certo. Ma se non la credessi vera, mi passerebbe la voglia di provarci."
_______________________________________________________________________________________________________________________________________

Massimo Gramellini, scrittore e noto editorialista de “La Stampa”, ha inserito in una raccolta alcuni dei corsivi che da quindici anni scrive in fondo alla prima pagina del giornale per cui lavora: una selezione che contempla il meglio degli editoriali firmati dal 1999 al 2014.
Da quest’idea è nato il libro, dal titolo ottimista, La magia di un buongiorno che tira in ballo oltre al nome della rubrica anche la magia. È di sicuro un augurio, come sostiene Gramellini, affinché le parole possano ancora creare dei miracoli nella vita di chi le incontra.
Un’antologia unica suddivisa in trecentosessantacinque scritti così come i giorni dell’almanacco dove si alternano gioia e momenti tristi, indignazione e tenerezza, con l’obiettivo teso sempre a guardare avanti e a lottare per i propri diritti.
Lo scrittore ha distribuito i corsivi anno per anno, ma ha tolto l’indicazione della data fornendo in questo modo una visione d’insieme simile a degli appunti sparsi di un taccuino. Questi brevi scritti ci restituiscono un’immagine limpida e completa della storia dell’Italia degli ultimi quindici anni: dalla campagna di Veltroni al delitto della suora di Brescia, dall’assassinio di Marco Biagi e la morte di Simoncelli al governo Monti e il fenomeno dei «porno rosa» delle 50 sfumature.
Qui riunite troverete tutte le storie, le passioni e le questioni che hanno animato gli italiani in quest’ultimo arco temporale e nella lettura avrete la sensazione che si può credere in un futuro migliore e che si deve andare oltre la realtà e provare a immaginare un’alternativa costruttiva.
Storie di persone semplici e di vita quotidiana, ma anche questioni annose e importanti che riguardano l’intero Paese: questi sono gli spunti che hanno mosso la penna di Gramellini, spesso ironica e pungente.
Alla fine della lettura lo spirito è quello di guardare alla vita e alle cose con animo positivo e produttivo, come fa del resto l’autore quando si paragona ad un manovale che cerca di poter fabbricare un mondo migliore con le parole. Magari la sua è un’illusione, ma se tutti avessimo la sua stessa voglia di provarci potremmo cambiare un po’ la realtà per renderla più simile a quella desiderata.


fonte: IBS .it

Torna ai contenuti | Torna al menu