chiara bertazzoni e c. - l'aquilone

Vai ai contenuti

Menu principale:

chiara bertazzoni e c.

biblioteca

Dopo un periodo di silenzio, riecco apparire l'antologia che svela il lato oscuro del Paese.
Il successo della prima edizione - esaurita - è andato oltre ogni aspettativa. Per chi avesse acquistato una copia con la vecchia copertina, il consiglio è: conservatela gelosamente, eccovi la copertina della nuova edizione.


 

L'abile curatrice, CHIARA BERTAZZONI, è riuscita in un rilancio in grande stile.

Proprio un bel progetto, questo ideato da Mauro Smocovich e proposto da Noubs, una casa editrice abruzzese, nella collana le Api: entrare nelle realtà regionali attraverso racconti riconducibili al noir, narrati da autori che quelle realtà vivono quotidianamente, da residenti. Un progetto che si svilupperà su più volumi, ognuno dedicato ad una regione, con l'eccezione di questo primo libro, Tutto il nero dell'Italia, antologia che invece raccoglie una storia per ogni regione.

______________________________________________________________________________________________________________________


Per fare un 'antologia che funzioni ci vogliono tre cose : una bella idea, un gruppo di bravi scrittori e un curatore che sappia il fatto suo. Tutto il nero dell'Italia possiede in grado elevato questi requisiti. Non è un caso infatti che un libro che esce per i tipi di una piccola casa editrice come la Noubs Edizioni, abbia una prefazione di Valerio Varesi e vanti in quarta di copertina parole di elogio di scrittori del calibro di Alan D. Altieri, Carlo Lucarelli, Giancarlo De Cataldo. L'idea è presto detta: rappresentare in tinta noir tutte le regioni italiane, dalle cime innevate del Grand Combin in Val d'Aosta fino al calore immobile della Sardegna, che può essere domato solo da dosi massicce di birra Ichnusa.I racconti sono a tinte forti, dei noir di razza, pieni ciascuno del colore della sua regione, oltre che di quello del sangue. Io non li ho letti in ordine, non sono mai stato ordinato. Così mi sono fatto il mio itinerario personale, partendo dal Trentino di Renzo Saffi, saltando alla Toscana di Simone Togneri, per poi andare al Piemonte di JP Rossano, alle Marche di Paolo Agaraff, alla Sardegna di Gianni Tetti, fino a esaurire tutte le venti regioni italiane. Stili diversi, storie potenti, che scavano dentro l'Italia che non si vede, perché è quella che ci portiamo dentro nei nostri desideri inconfessati, nelle paure che ci spingono alla fuga, nell'odio che esplode in delitto. E ogni racconto è radicato in un territorio, in un contesto sociale ben preciso, che influenza il modo di parlare, di reagire, di pensare, dei personaggi. In questi tempi confusi, il nero dell'Italiaè quasi un manifesto delle nuove leve della narrativa di genere italiana. Sono convinto che di molti di loro sentiremo presto parlare ancora.Segnatevi i nomi: Fabio Mazzoni, J.P. Rossano, Matteo Fraccaro, Renzo Saffi, Elena Vesnaver, Matteo Scandolin, M. Merisi, Marinella Lombardi, Simone Togneri, Lorella Natalizi, Paolo Agaraff, Silvia Pantaleo, Igor De Amicis, Mirco Cantoro, Valerio Lucarelli, Stefano Santarsiere, Fernando Fazzani, Domenico Mortellaro, Davide Camarrone, Gianni Tetti.

Alfredo Colitto

__________________________________________________________________________________________________________________

Curatrice di Tutto il nero dell'Italia è Chiara Bertazzoni. L'abbiamo intervistata.

Chiara, ciao. Come redattrice di ThrillerMagazine, sei abituata a intervistare. Ora però ti ritrovi nella condizione di essere intervistata, per quanto non come autrice, bensì come curatrice di un'originale antologia “profondamente” italiana: Tutto il nero dell'Italia.Venti racconti di autori vari, ognuno chiamato a rappresentare la propria regione, corredati da un apporto saggistico di Riccardo Strada e da una prefazione firmata da Valerio Varesi.

Per prima cosa grazie per questa intervista. Come dici tu, in effetti, non sono abituata, di solito sto dall'altra parte... Parlando dell'antologia, sono molti i nomi che le ruotano attorno, oltre a quelli degli autori. Le frasi in quarta di copertina sono di Altieri, De Cataldo e Lucarelli, la prefazione di Valerio Varesi introduce in modo invitante alla lettura, Riccardo Strada riflette sulla territorialità del genere... insomma a me non è rimasto molto lavoro da fare...

Quanto “nere” (nel senso letterario del termine) sono le regioni d'Italia? Quanto la narrativa che i tuoi autori propongono esaspera determinate situazioni, quanto le filtra, quanto piuttosto le fotografa fedelmente?

Non credo di avere un metro di misura scientifico e valido per tutti i racconti. Quello che credo è che le regioni di questa antologia siano in generale molto nere e le storie narrate siano molto radicate nella realtà regionale, che in alcuni casi potrebbe essere estesa a tutta l'Italia.
Quello che posso dirti è che ogni racconto prende la mosse dalla realtà, una realtà a cui resta fedele nella narrazione. Chiaramente essa viene filtrata da quelle che sono le tecniche narrative e le esigenze del racconto, ma tutte le storie hanno radici profonde nella realtà. Ti faccio un esempio, che non ha valore dimostrativo, ma che è un aneddoto a mio parere significativo. Dopo alcuni giorni dall'uscita dell'antologia, in Trentino Alto Adige, a pochi chilometri da Rovereto (se non sbaglio) si è verificato un fatto di cronaca per alcuni particolari inquietantemente simile a quello raccontato da Renzo Saffi in Le favole che non ti ho detto mai.

Come nasce Tutto il nero dell'Italia?

Più che il come posso dirti il dove….Tutto il nero dell'Italia, nasce da un'idea di Mauro Smocovich, curatore della collana Le Api. Citando la presentazione della collana: “Lo scopo della collana è quello di esplorare e far sperimentare la scrittura in tutti i suoi aspetti e le sue meraviglie creative. Una buona scrittura, plasmata come cera, tiene inchiodati alla pagina col suo pungiglione e chiede di essere assaporata come miele.” E nasce da una mail che Mauro mi ha mandato alcuni mesi fa chiedendomi se me la sentivo di curare la prima antologia di una nuova collana per un piccolo editore. Sapeva che avrei accettato. Perché sono matta al punto giusto. Perché amo gli autori esordienti. Perché mi piacciono le sfide.

Come hai operato nella selezione degli autori per l'antologia?

Lavorando quotidianamente per Thriller Magazine vengo in contatto spesso con autori esordienti o poco noti al grande pubblico. Per scelta volevamo che questa antologia fosse composta soprattutto da voci nuove, capaci di grandi prove letterarie. Sulla base di questi criteri mi sono messa in caccia, muovendomi tra le mie conoscenze (più o meno dirette), attraverso letture fatte, racconti letti, amicizie consolidate. Per alcune regioni ho avuto più difficoltà, per altre la scelta è stata naturale. Così nel giro di pochi giorni ho costituito la “mia” Italia, composta da venti voci a formare un unico coro.

Come curatrice, quali direttive d'impostazione hai dato ai “tuoi” scrittori?

Pochissime in verità, almeno inizialmente. Oltre al vincolo piuttosto severo della lunghezza (massimo dieci cartelle), le uniche direttive sono state relative all'ambientazione regionale e alla ricerca di un lato oscuro.Non sono stati imposti nemmeno vincoli severi di genere.
Poi con ciascun autore ho lavorato sul racconto specifico, mirando a farne emergere alcuni aspetti, smussando gli angoli, ragionando sui passaggi…

Gli obiettivi che ti eri prefissata sono stati raggiunti?

Ad essere sincera sono partita in questa avventura con un po' di quella sana incoscienza che caratterizza chi è alla sua prima volta in qualcosa. Per me è stata una bella sfida e sono senza dubbio soddisfatta, sia professionalmente che umanamente. Però siamo solo all'inizio: c'è da lavorare perché il libro abbia la visibilità che si meriti, sto organizzando le presentazioni nelle diverse regioni, spero che presto il volume sia ristampato.

_________________________________________________________________________________________________________________

Tutto il nero dell'Italia, dalla prefazione di Valerio Varesi:
L'Italia  delle diversità, l'Italia delle regioni e dei tanti campanili emerge prepotente anche da questa antologia, con tutte le sue peculiarità e differenze irredente all'omologazione televisiva e del mondo delle merci. Leggendo i racconti di questa raccolta possiamo mettere a fuoco un quadro preciso degli squilibri fra il mondo metropolitano e quello rurale, tra la nausea da benessere della provincia più appartata e la vita agra delle città del sud, tra l'improvvisa follia che deflagra in un tranquillo mondo valligiano e la vendetta atroce contro un padre padrone, tra le morti bianche provocate da chi specula sull'uomo e sulla natura e l'inquietudine mortale che prende chi smarrisce il senso della propria vita in un quartiere degradato, in una delle tante banlieu. Potremmo dire che in ognuno degli scritti di questa antologia aleggia una gravità verso un vuoto inquietante, verso qualcosa che manca, dentro e fuori dei protagonisti.

www.noubs.it

stampa



Torna ai contenuti | Torna al menu